domenica 1 giugno 2014

Commento al voto del 25 maggio 2014

A bocce ferme, come si suol dire, è giunto il momento di fare una analisi del risultato uscito dalle urne dopo il voto del 25 maggio scorso.

Il vincitore indiscusso è senza alcun dubbio il PD di Matteo Renzi che ha ottenuto la legittimazione popolare che si aspettava per poter governare con maggior sicurezza (anche se chiaramente non sono mutati gli equilibri parlamentari interni). 
Lo sconfitto è, altrettanto chiaramente, il Movimento 5 stelle che si aspettava il sorpasso sul PD ed invece si è trovato sotto di 20 punti percentuali e con oltre 2 milioni di voti persi rispetto alle ultime elezioni politiche. 
Per Forza Italia invece il risultato è sicuramente deludente, anche se atteso, vista l'impossibilità del Presidente Berlusconi di poter fare una campagna elettorale come lui avrebbe voluto, quindi nelle piazze e tra la gente. Non è questo però l'unico motivo della débâcle, visto che si potrebbe stilare una lunga lista di errori strategici commessi e che hanno portato a spostare i voti verso altre destinazioni, oltre che ad imbastire il partito dell'astensionismo.

A questo punto i compiti dei vari soggetti si separano. 
A Renzi toccherà dimostrare agli italiani di essere in grado di passare dalle promesse ai fatti, e non sarà né facile né scontato. 
Al centro destra toccherà esaminare punto per punto i motivi della sconfitta e cercare di risollevarsi dalle proprie ceneri partendo da un serio programma di governo da proporre agli elettori; convincendoli che è possibile la riunificazione dei vari soggetti che ne fanno parte in nome di una condivisione di progetti. 
A Grillo invece spetta la missione forse più ardua, ossia quella di tenere insieme il proprio movimento onde evitare una diaspora che potrebbe portarlo a ridimensionarsi ulteriormente prima delle future scadenze elettorali, per poi scomparire.

Luca Alberti


mercoledì 14 maggio 2014

L'importanza del nostro voto alle elezioni Europee 2014

Mancano ormai una manciata di giorni alla prossima tornata elettorale che andrà a rinnovare i 751 membri del parlamento europeo (73 i seggi riservati al nostro Paese) e tutti i sondaggi prevedono una percentuale di astensionismo ai massimi storici per questo tipo di consultazione popolare.

Ad alimentare l'astensionismo vi contribuisce un senso di generale disgusto verso la politica oltre ad una consolidata inclinazione a considerare le elezioni europee come un banco di prova per la stabilità del governo nazionale senza troppo badare ai contenuti che le singole forze politiche si propongono di andare a trattare presso le istituzioni comunitarie.

Andrebbe ricordato a chiunque non ne fosse ancora a conoscenza che il risultato di queste elezioni determinerà, per la prima volta nella storia dell'Unione Europea, chi guiderà la Commissione Europea, ovvero l'organo esecutivo dell'Ue.

Anche i candidati a ricoprire le varie direzioni della Commissione dovranno a loro volta essere scelti all'interno dell'aula parlamentare.

Il parlamento europeo avrà quindi:
-Potere legislativo esplicitato tramite i suoi regolamenti (che sono direttamente applicabili e vincolanti per gli Stati membri) direttive e decisioni.
-Potere di bilancio e di controllo su di esso; ossia la gestione di entrate/uscite e quadro finanziario pluriennale.
Oltre a quelli di cui sopra, anche quello di relazione con i parlamenti nazionali tramite assemblee parlamentari miste.

Il lavoro che andranno a svolgere i parlamentari europei ricoprirà fondamentale importanza all'interno delle commissioni propedeutiche alla stesura dei testi da sottoporre successivamente al voto dell'assemblea plenaria.
Queste commissioni (22 permanenti oltre a 3 ex-speciali) lavoreranno ciascuna con il compito di migliorare il proprio settore di azione; dal commercio internazionale, alla tutela dei consumatori piuttosto che alla cultura ed istruzione ecc. al fine di arrivare all'approvazione definitiva da parte dell'aula di Bruxelles o Strasburgo.

Per questi motivi è fondamentale la nostra partecipazione tramite il voto nella scelta dei migliori rappresentanti possibili per ricoprire il ruolo di legislatore europeo.

Non va dimenticato poi che in queste elezioni si potranno esprimere le preferenze (fino a 3, purché in questo caso sia rispettata la parità di genere quindi non più di due appartenenti allo stesso sesso) pertanto sfruttiamole per premiare il merito piuttosto della notorietà. 
Molti poi sono alla ricerca di riconferme, pertanto sarà ancora più facile per noi verificare se meriteranno o meno questa la rielezione sulla base dei risultati ottenuti nella legislatura appena conclusa.

Spetta a noi decidere se vogliamo far parte di un sistema che avrà poi ripercussioni dirette sulla nostra quotidianità, oppure se lasciare che siano gli altri a decidere anche per noi. In quest'ultimo caso però, dovremmo avere anche la coerenza di non lamentarci se nulla cambierà.


Luca Alberti




Giornale di Brescia

http://www.giornaledibrescia.it/gdb-statico/lettere-al-direttore/il-voto-ue-strategico-per-il-futuro-1.1869090


Bresciaoggi

http://www.bresciaoggi.it/publisher/lettere/section/


mercoledì 16 aprile 2014

Manifestazioni e violenza; due cose ben distinte.

A quattro giorni dalla “manifestazione per la casa” sfilata per le strade della capitale si sta ancora parlando di vittime e carnefici guardando (a mio avviso) dalla parte sbagliata della vicenda.

Ad alimentare la discussione è ancora il poliziotto incastrato dalle immagini mentre con un piede calpesta una ragazza finita a terra in un contesto di totale anarchia e di guerriglia urbana.
In un contesto di guerriglia urbana; questo deve essere il punto di partenza della discussione.

E' mai possibile che la stessa magistratura in grado di spendere milioni di euro in intercettazioni telefoniche arrivando ad arrestare 24 persone colpevoli di aver espresso concetti forse forti MA SOLO telefonicamente siano ancora dietro le sbarre mentre non riesca ad individuare in anticipo quelle poche decine di scellerati mascalzoni che riescono indisturbatamente a muoversi di città in città mettendo a ferro e fuoco centri storici, negozi, abitazioni e soprattutto la vita dei nostri poliziotti?

E' da anni che le manifestazioni organizzate da questi individui creano episodi di autentico terrorismo urbano senza che nessuno paghi per questo.

Esiste una libertà di manifestazione del pensiero ma non una libertà di manifestazione del pensiero condita con sassi e bombe carta.
La magistratura deve fare la propria parte per ristabilire l'ordine delle cose e deve farlo punendo in modo esemplare i violenti veri, i terroristi e chiunque approfitti delle manifestazioni per scatenare una guerra nella quale i corpi di polizia sono COSTRETTI a combattere.
E' da questo che bisogna cominciare ad agire; dalla violenza vera che tutti sappiamo dove viene covata, magistratura compresa.





Luca Alberti

venerdì 21 marzo 2014

L'arroganza e l'ingordigia dei manager pubblici: il caso Moretti (Ferrovie dello Stato).

A far parlare di sé per quanto apparso su tutti i giornali di oggi è senza dubbio l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti; il quale ha annunciato che qualora il Governo decidesse di diminuirgli l'attuale compenso di 873.666,03€ annui se ne andrebbe sicuramente altrove.

La speranza che il Governo si muova al più presto in questa direzione è molto forte, visto che il CEO delle FS non è certo a capo di una azienda rinomata per la qualità dei propri servizi o per la puntualità dei suoi treni...anzi, tutt'altro!

Va ricordato che lo stesso Moretti ricopre attualmente anche le seguenti cariche (oltre a quella nelle Ferrovie):
-Presidente del Collegio Ingegneri Ferrovieri Italiani;
-Componente della giunta di Confindustria;
-Componente elettivo del Consiglio Direttivo e del Comitato Tecnico Europa di Confindustria;
-Componente di Giunta Assolombarda;
-Consiglio Direttivo dell'Associazione Amici dell'Accademia dei Lincei;
-Membro della ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche);
-Vicepresidente con delega alle Grandi Infrastrutture dell'Unione Industriali Napoli;
-Membro Comitato Scientifico Fondazione Politecnico di Milano;
-Presidente della Consulta del progetto FIGI - Facoltà Ingegneria Grandi Imprese - dell'Università La Sapienza di Roma;
-Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Associazione CIVITA;
-Membro del Comitato d'Onore del Coro Polifonico Romano Oratorio del Gonfalone.

Sono sicuro che qualora Moretti decidesse di andarsene, non avremo particolari problemi a trovare una figura altrettanto preparata e disposta a ricoprire il medesimo ruolo per un quarto di quello stipendio!
E poi, non sarebbe il caso di costringere (visto che da soli proprio non ci vogliono arrivare) i manager pubblici ad essere incompatibili con qualsiasi altra carica?
Alla luce dei lauti compensi che percepiscono, non credo abbiano bisogno di decine di altre poltrone per arrivare alla fine del mese!

Speriamo che il Governo abbia il coraggio di affrontare questi temi, che seppur non ci salveranno dal debito pubblico, di sicuro non lo faranno aumentare!






Luca Alberti

lunedì 17 marzo 2014

E' il momento del coraggio, basta con l'intoccabilità dei dipendenti pubblici!

Mentre attendiamo (con qualche perplessità dovuta ai precedenti bluff) il piano di spending review del commissario straordinario Cottarelli, in altri Paesi che si sono adoperati seriamente in questo senso negli ultimi anni, i risultati cominciano a farsi vedere.

Nel Regno Unito la spesa pubblica è scesa negli ultimi anni dell'8% e sono stati licenziati dipendenti pubblici per 500.000 unità. Eppure la disoccupazione non è aumentata perché il risparmio per le casse pubbliche si è tradotto in manovre per attirare investimenti esteri e far ripartire la crescita e l'occupazione "sana".

In Italia invece vige ancora la sacralità dei dipendenti pubblici che sono di fatto ancora una casta di intoccabili. Proprio sul Corriere della Sera di oggi, uno studio di Sergio Rizzo mostra uno dei tanti scandali all'italiana: lo spreco delle regioni. Mentre in Lombardia (la più virtuosa) i dipendenti per mille abitanti sono lo 0,3, in Sicilia (la più sprecona) i dipendenti per mille abitanti sono il 3,8 con un eccesso di 6.780 unità e 19.165 dirigenti contro i 4.332 lombardi.
Ogni dipendente della regione Lombardia costa ai propri contribuenti 23 euro contro i 178 del dipendente della regione Molise.
E che dire del fatto che la regione Sicilia ha speso per la formazione professionale 4 miliardi di euro negli ultimi anni, mentre la disoccupazione è salita del 42%. Che fine hanno fatto questi soldi?

E' evidente che nel nostro Paese servono tagli con l'accetta nel settore pubblico sia centrale che locale ed è altresì necessario un sistema giudiziario consapevole del fatto che possano essere licenziati anche i dipendenti pubblici di un ente in difficoltà così come è possibile licenziare quelli privati di una azienda sull'orlo del baratro.
Non è possibile continuare a curare il male con l'antidolorifico; ossia tagliando saltuariamente enti inutili ma riassorbendo i lavoratori e dirigenti (con relativi stipendi) in altri enti ma sempre a carico dei contribuenti.


Serve molto coraggio, e speriamo che il nuovo Governo dimostri di averne anche a costo di perdere qualche consenso.



Luca Alberti

venerdì 7 marzo 2014

La tanto auspicata guerra cinese.

Mentre l'Europa si trova a fare i conti con le tensioni crescenti in Ucraina e con il conseguente pericolo di una guerra armata in agguato; in Cina è iniziata (finalmente) una guerra giusta e ragionevole: la guerra all'inquinamento.

Dopo anni di industrializzazione selvaggia, di crescita incontrollata e incontrastata del colosso asiatico, 
il Governo di Pechino ha mostrato interesse nel cambiare registro all'insegna di uno sviluppo ambientale più sostenibile.

Il premier Li Keqiang ha infatti dichiarato che "Cinquantamila caldaie a carbone saranno soppresse quest'anno" e le centrali termiche saranno modernizzate: "sei milioni di impianti vecchi saranno messi parte", questi almeno saranno i primi passi.

Mentre in Europa e USA cominciamo a pagare lo scotto degli errori del passato, con incidenze tumorali dovute all'inquinamento in aumento in tutti i Paesi, è bene che la Cina corra ai ripari il più velocemente possibile se non vuole ritrovarsi ad avere una popolazione decimata da malattie terribili nei prossimi decenni, con tutte le conseguenze che questo potrebbe causare a livello sociale ed economico in un Paese che afferma di voler diventare la prima potenza mondiale.



Luca Alberti

domenica 2 marzo 2014

Governo Renzi, che c'è di nuovo?

Matteo Renzi, dopo aver rovesciato in maniera quantomeno discutibile l'esecutivo guidato dall'amico e compagno di partito Enrico Letta, prometteva roboanti novità nello scenario politico italiano; tanto da riscuotere "aperture di credito" da parte di molti autorevoli commentatori della stampa nazionale ed estera fin da prima del suo insediamento ufficiale a Palazzo Chigi.

Personalmente, alla presentazione della nuova squadra di governo, vedendo riciclate ben 24 persone tra ministri e sottosegretari (5 dei quali indagati a vario titolo da varie procure d'Italia) la delusione è stata parecchia.

Come possiamo aspettarci da Renzi importanti cambiamenti se al primo banco di prova (ossia nella scelta del team) ne è uscito un elenco da perfetto "manuale Cencelli" della prima repubblica? 

Forse è presto per poter giudicare, ma è anche vero che risulta difficile credere che le stesse persone che si trovavano al governo sino alla scorsa settimana possano trasformarsi in supereroi semplicemente avendo cambiato il timoniere e qualche marinaio.
Stiamo a vedere, ma lo scetticismo è inevitabilmente dilagante.


Luca Alberti