venerdì 7 marzo 2014

La tanto auspicata guerra cinese.

Mentre l'Europa si trova a fare i conti con le tensioni crescenti in Ucraina e con il conseguente pericolo di una guerra armata in agguato; in Cina è iniziata (finalmente) una guerra giusta e ragionevole: la guerra all'inquinamento.

Dopo anni di industrializzazione selvaggia, di crescita incontrollata e incontrastata del colosso asiatico, 
il Governo di Pechino ha mostrato interesse nel cambiare registro all'insegna di uno sviluppo ambientale più sostenibile.

Il premier Li Keqiang ha infatti dichiarato che "Cinquantamila caldaie a carbone saranno soppresse quest'anno" e le centrali termiche saranno modernizzate: "sei milioni di impianti vecchi saranno messi parte", questi almeno saranno i primi passi.

Mentre in Europa e USA cominciamo a pagare lo scotto degli errori del passato, con incidenze tumorali dovute all'inquinamento in aumento in tutti i Paesi, è bene che la Cina corra ai ripari il più velocemente possibile se non vuole ritrovarsi ad avere una popolazione decimata da malattie terribili nei prossimi decenni, con tutte le conseguenze che questo potrebbe causare a livello sociale ed economico in un Paese che afferma di voler diventare la prima potenza mondiale.



Luca Alberti

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